Effetto Spaced Learning: imparare per non dimenticare

Come il metodo dello spaced learning aiuta i lavoratori ad apprendere nuove nozioni e ricordarle nel tempo

Spaced Learning è il principio secondo il quale le informazioni sono assimilate più facilmente se erogate ad intervalli regolari ripetuti nel tempo. “Spaced” – dall’inglese “to space” – significa scaglionato, distribuito, intendendo quindi una metodologia di apprendimento che suddivide un’unica lezione in più momenti frammentati.

spaced learning

A consigliare lo spaced learning è la scienza, anzi anni di ricerca del dottor neurologo Paul Kelley che ha dedicato la sua carriera a studiare il funzionamento della memoria a lungo termine sia nell’uomo che in altre specie (“Frontiers in Human Neuroscience” del 2013 è il suo lavoro chiave). Tale approccio è stato applicato ai percorsi didattici scolastici, integrandosi poi alla formazione aziendale, grazie ai formati digitali e metodologie ibride, apportando ottimi risultati.

Perchè lo spaced learning è efficace?

La memoria tende ad affievolirsi velocemente se non rafforzata e recuperata ad intervalli regolari. In altre parole: un apprendimento efficace nel lungo periodo raramente si raggiunge in un evento singolo. La ragione è che non abbiamo solo una “learning curve” (nella quale gli individui apprendono con il tempo), ma abbiamo anche una “forgetting curve” (nella quale gradualmente perdiamo ciò che abbiamo appreso se non utilizzato). 

spaced-learning: learning curve VS forgetting curve

Ciò risulta veritiero soprattutto quando i lavoratori apprendono in un contesto lavorativo dove la loro mente è assorbita da mille altri impegni e senza pratica ed esercizio i nuovi concetti saranno presto dimenticati. Come agire allora?

Immagina un caso pratico: se per studiare un particolare topic i tuoi learners impiegheranno 30 minuti, secondo il principio dello spaced learning sarà più efficace per la loro memoria suddividere quel tempo in tre brevi sessioni da 10 piuttosto che apprendere tutto insieme. 

spaced learning

Come creare l’effetto “spaced”

Priorità dello spaced learning aziendale è quello di assicurare non solo che nuove nozioni e comportamenti siano assimilati dal lavoratore, ma che siano soprattutto ricordati nel lungo periodo grazie ad una ripetizione intervallata nel tempo.

Per creare il cosiddetto effetto “spaced” si potranno allora adottare due strategie:

  • Introdurre un intervallo dilatato tra due o più ripetizioni: i learners saranno introdotti ad un concetto, lasciamo che passi un po’ di tempo e ripresentiamo poi lo stesso concetto. Il ciclo potrebbe includere diverse ripetizioni intervallate a seconda di quando il topic sia complesso.
  • Presentare altri topics tra due o più ripetizioni: si possono variare i topics da studiare e ripassarli in diversi momenti piuttosto che affrontarli tutti nello stesso momento. In questa maniera il learner avrà il tempo di processare i vari concetti e costruire le giuste connessioni mentali tra di loro.

Introdurre lo spaced learning nei percorsi formativi

Creare sessioni di apprendimento intervallate su determinati argomenti non è quindi complicato, ma come integrare lo spaced learning dentro un percorso formativo più strutturato? Andiamo a vedere le strategie di utilizzo per learning path più complessi: 

  • Integra lo spaced learning nel design del corso: la struttura dei contenuti, la durata di ogni modulo e l’intervallo suggerito tra ogni ripetizione deve essere pianificato nella elaborazione del corso e nella sua fase di design.
  • Combinare microlearning e macrolearning in base a bisogni e obiettivi di ogni modulo. Una delle modalità migliori è senza dubbio quello di garantire un approccio ibrido che riesca a far assorbire concetti nuovi che hanno bisogno di tempo per essere studiati (macrolearning) grazie ad una ripetizione nel tempo di moduli brevi e concisi di ripasso (microlearning) quali: esercizi, case studies, quiz o scenari interattivi.
  • Usare lo Storytelling: le storie sono una modalità perfetta per connettere vari pezzi d’informazione seguendo un flusso coerente e facile da ricordare. Questo approccio può essere applicato sia all’intero learning path o ad un singolo macro-modulo. Possono essere creati dei personaggi facili da riconoscere nei quali identificarsi, creando magari della suspence tra un contenuto e un altro. lo storytelling ha infatti il doppio vantaggio di supportare contenuti strutturati apportando quel tocco di coinvolgimento e interesse nella storia per chi apprende.

Per concludere

Lo spaced learning ha quindi numerosi vantaggi, così come numerose sono le modalità per integrarlo all’interno dei nostri learning path. Dare ai lavoratori quegli intervalli di tempo in più per far sedimentare concetti, garantirà anche più efficacia nell’assimilazione e nell’utilizzo di tali informazioni nel lavoro quotidiano. Diamo quindi spazio e valore alla “learning curve” dei nostri dipendenti ma attenzione a non essere i primi a dimenticarci della loro “forgetting curve.”

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