In questi tempi incerti sono stati pubblicati numerosi articoli sul concetto di “nuova normalità”, in particolar modo sullo smart working. Le aziende stanno rivedendo il modo in cui interagiscono con le proprie risorse e con i propri clienti, sviluppando nuove metodologie per rimanere produttive e al passo con i tempi.
In alcune aziende c’è ancora l’idea che lavorare da casa comporti degli svantaggi dal punto di vista relazionale e che, una volta passata l’emergenza, si tornerà al classico lavoro d’ufficio. Le aziende più innovative, invece, vedono gli aspetti positivi dello smart working, riuscendo così a trarne beneficio.
Focalizzandoci solo sugli aspetti negativi rischiamo di perdere di vista il quadro generale. Sicuramente lo smart working è una parte fondamentale della ‘’nuova normalità’’ ma il discorso non si esaurisce qui…
Ripartiamo dall’inizio
Se il concetto di ‘’nuova normalità’’ significa qualcosa, è proprio questo: che almeno per tutto il 2020 nel mondo degli affari, l’unica costante sarà il cambiamento.
Si, il cambiamento che le aziende stanno vivendo è senza precedenti (almeno per quanto riguarda l’Europa degli ultimi cento anni), ma allo stesso tempo è solo una delle tante sfide che dovranno affrontare nel prossimo futuro.
Il cambiamento stesso e la velocità di questo cambiamento rappresentano la ‘’nuova normalità’’. Le nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale, l’automazione e le nuove tipologie di acquisto stanno stravolgendo il modo di lavorare in tempi record.
Così come, anno dopo anno, l’utilizzo di dati aumenta esponenzialmente, allo stesso modo la velocità del progresso tecnologico ci costringe a rivalutare costantemente le nostre tecniche e le nostre competenze in tempi sempre più stretti.
Se la situazione attuale ci ha insegnato qualcosa, è che le sfide vanno affrontate seriamente, con un’adeguata preparazione e adattando le proprie capacità alla stessa velocità con cui evolve il mercato: senza questi principi fondamentali non riusciremo a sopravvivere a lungo.
Vantaggi inaspettati
Siamo nel bel mezzo di un esperimento sociale non previsto, forse il più grande dei nostri tempi. Siamo costretti a cambiare il modo di lavorare per necessità, non per scelta. Tuttavia, le aziende che ne usciranno vincenti sono quelle che comprendono appieno la situazione attuale e che stanno modificando i loro processi.
Su questo argomento prendiamo in considerazione due indagini di mercato condotte grazie alla collaborazione di eConsultancy e Marketing Week (la prima il 16 marzo, la seconda il 31 di marzo):
Dal primo sondaggio emerge che poco meno del 59% delle persone che lavorano in una grande azienda hanno cambiato policy riguardo allo smart working, alla gestione dei viaggi di lavoro e ai bonus. Nel secondo sondaggio, questo valore sale a 95%. Le aziende si stanno adattando velocemente, e le difficoltà riscontrate in passato nel lavorare da casa stanno lentamente diminuendo.
● Indagine 1 – produttività impattata da restrizioni di viaggio/nuovi processi: 60%
● Indagine 2 – produttività impattata da restrizioni di viaggio/nuovi processi: 58%
● Indagine 1 – livello di assenteismo nelle imprese: 21%
● Indagine 2 – livello di assenteismo nelle imprese: 13%
Ancora più significativo è il modo in cui le aziende stanno monitorando i loro processi, imparando come modificarli sulla base di questa nuova realtà. Il 73% ha scoperto nuovi processi lavorativi con il 44% che osserva processi specifici; in entrambi i casi, nuove metodologie potrebbero essere adottate dopo la pandemia.
Più del 76% ha riferito che manterrà questi cambiamenti anche nel futuro in diversi aspetti che riguardano l’azienda, come il marketing/branding (30%), nella relazione con i clienti (24%), o nei dipartimenti di prodotti o servizi (22%).
Il quadro generale
Le statistiche che abbiamo analizzato fanno riferimento principalmente allo smart working, ma la scoperta più interessante riguarda l’adattabilità. La flessibilità è uno stato mentale; infatti, le aziende che sono in grado di affrontare le sfide dello smart working sono anche quelle che sanno rispondere meglio alle situazioni impreviste.
La chiave per il successo è la capacità di adattarsi velocemente e accettare che il cambiamento è parte del business, formando adeguatamente le proprie risorse per affrontare una nuova realtà.
Nel mondo delle vendite questo significa sviluppare nuove competenze. Virtual selling, social selling, familiarizzazione con le nuove tecnologie che possono facilitare le relazioni interpersonali (quando non si può essere presenti fisicamente) sono aspetti fondamentali per mantenere la relazione con il cliente e cogliere nuove opportunità. Si tratta di abilità che sono particolarmente utili nella situazione attuale, ma che porteranno dei benefici anche in futuro.
Man mano che andiamo verso una realtà sempre più digitale, rivalutiamo anche la frequenza con cui dobbiamo (dovremmo) incontrarci di persona: in questo contesto, tali competenze diventeranno di primaria importanza.
Formazione = i giusti strumenti per il lavoro
I venditori, per definizione, sono molto flessibili, abituati a improvvisare e ad adattarsi ai cambiamenti per ottenere il massimo dalle relazioni con i clienti; tuttavia, devono possedere gli strumenti giusti per fare bene il proprio lavoro. La formazione sarà fondamentale, ma per aver successo dovrà adattarsi ai cambiamenti nel modo più veloce possibile. Dovrà essere flessibile, veloce e pertinente, con scenari e competenze che rispondono alle specifiche esigenze del mercato, esigenze che potrebbero cambiare di settimana in settimana.
La formazione deve anche essere offerta in modo da poter far fronte a qualsiasi cambiamento e alle necessità delle risorse (es: la necessità di formarsi da casa). Il percorso formativo deve essere presentato in un formato mobile e modulare, che possa adattarsi al carico di lavoro del destinatario.
Deve essere anche coinvolgente – le risorse devono avere voglia di imparare e crescere professionalmente. Questo obiettivo può essere raggiunto se chi apprende percepisce un beneficio reale e tangibile per la propria produttività e il proprio business.
Conclusione
È ancora troppo presto per fare una previsione sulla situazione attuale, o sapere con certezza quale sia lo strumento migliore da utilizzare per mantenere alto il profitto. Ma una cosa è certa: le aziende che sopravviveranno saranno quelle che avranno dimostrato flessibilità e pensiero innovativo e che mostreranno il desiderio di accettare le novità, dando allo stesso tempo la possibilità di fare lo stesso alle proprie risorse.
Lo smart working, ad esempio, dovrebbe essere visto come un’opportunità per rivedere le proprie best practice – ripensare il modo in cui comunichiamo, il modo in cui vendiamo e l’effetto delle nostre azioni, sia sui nostri collaboratori che sulla società stessa. Ad esempio, la maggior parte delle aziende ha una politica sostenibile sui viaggi aziendali, ma la situazione attuale ci ha fatto dubitare di quanto abbiamo realmente bisogno di pendolare per andare in ufficio – e di quanti dei nostri viaggi di lavoro (anche se spesso socialmente piacevoli) siano veramente necessari.
Certo, i fatti e i dati relativi alla crisi economica potrebbero far emergere un quadro molto negativo, ma bisogna anche tenere a mente che le aziende che resisteranno sono quelle che avranno abbracciato la nuova realtà ed imparato da essa.
Grazie al desiderio di fornire una formazione in linea con le nuove esigenze, grazie alla forza di adattare i propri processi alla nuova realtà in un modo rapido e flessibile – ne usciremo più forti ed efficienti, con risorse supportate da nuove competenze, impegnate e qualificate.
Per saperne di più contattaci